Superbonus e 4° cessione ai correntisti con partita IVA
Nuovamente il Governo mette mano alla normativa che regolamenta la cessioni dei crediti al fine di evitare lo stallo avvertito con i rifiuti di acquisto dei crediti da parte delle Banche, con portafoglio crediti ormai saturo.
Il DL.50/2022, conosciuto come il Decreto Aiuti, ha ampliato la platea della 4° cessione dei crediti da parte degli Istituti di credito in favore di soggetti NON consumatori finali, per cui imprese e professionisti, CORRENTISTI.
Ravvisata l’urgenza di sbloccare la cessione dei crediti prossimi al collasso, la normativa ha valenza retroattiva e trova applicazione anche alle cessioni di crediti avvenute in data antecedente al 1° maggio 2022.
Il realizzazione dell’intento sottostante alla norma rimane ovviamente vincolato all’appetibilità che tale cessione potrà avere sui potenziali acquirenti.
Trattandosi di crediti già acquisiti dagli Istituti di credito, la successiva cessione dovrebbe avere il duplice vantaggio economico sia per il nuovo acquirente che per gli Istituti cedenti.
In un’ottica di vantaggio economico sarebbe ottimale aver acquisito i crediti 110 ad esempio a 98 con una potenziale cessione ai correntisti non consumatori finali a 102, di modo che per ambo le parti la cessione risulterebbe interessante da un punto di vista economico.
Parlando però di crediti già in portafoglio, con acquisto nella maggior parte dei casi a 102, si potrebbe ipotizzare la cessione a correntisti non consumatori finali a 106, rendendo meno interessante l’acquisto, anche da un punto di vista di utilizzo del credito in 4 o 5 esercizi.
Forti dubbi sulla buona riuscita nascono anche dopo la lettura della circolare 23/E 2022, della quale ci dilungheremo in altro articolo, ma che qui evidenziamo per le indicazioni di RESPONSABILITA’ SOLIDALE tra cessionario ed acquirente in caso l’acquirente del credito non svolga tutti i dovuti controlli secondo la diligenza ordinaria richiesta da Agenzia Entrate.
La norma così concepita solleva non pochi dubbi!